OpenAI e il suo amministratore delegato Sam Altman sono sotto accusa. Una delle voci della nuova intelligenza artificiale Gpt-4o, capace di conversare proprio come un umano con gli utenti, sarebbe quella dell’attrice Scarlett Johansson. Peccato che la stessa attrice non abbia mai dato il consenso all’utilizzo della sua voce, anzi dopo aver ascoltato la voce di Sky, una delle 5 voci virtuali a disposizione su ChatGpt, si è detta “scioccata, arrabbiata e incredula”.
La voce è uguale alla sua.
Il Ceo di OpenAI ha risposto alle accuse dicendo che la voce di Sky appartiene, in realtà, a un’altra attrice.
Sebbene molti hanno notato una somiglianza tra “Sky” e il personaggio di Johansson in “Her” [il film del 2013 in cui l’attrice ha doppiato una IA chiamata Samantha], un’attrice è stata ingaggiata per creare la voce di Sky mesi prima che Altman contattasse Johansson, secondo documenti, registrazioni, direttori di casting e l’agente dell’attrice
La voce dell’attrice che alla fine ha dato la sua voce a Sky, stando ad alcune registrazioni ascoltate dal Washington Post, suona effettivamente “identica” a quella di Scarlett Johansson.
Le caratteristiche dell’attrice cercata da OpenAI erano queste: non doveva essere iscritta a un sindacato, doveva avere un’età compresa tra i 25 e i 45 anni e doveva essere in possesso di una voce “calda, coinvolgente e carismatica”.
L’addestramento dell’intelligenza artificiale generativa ha bisogno di una grande quantità di dati. Risulta però che le aziende che sviluppano questa tecnologia non siano trasparenti su come utilizzano le proprietà intellettuali altrui a questo scopo. Diverse cause legali sono state intentate nei loro confronti da intere società o da singoli.
Le cause legali sono contro gli sviluppatori dei chatbot di intelligenza artificiale generativa e generatori di testo in immagine. Per esempio ChatGPT, Dall-E2, Copilote e Stability AI. In molti dei casi si contesta come vengono istruiti e i dati utilizzati per farlo.
Anche gli artisti e i programmatori si sono uniti contro le nuove intelligenze artificiali generative. Le due categorie hanno avviato due cause legali separate negli Stati Uniti Usa contro le aziende che offrono questi sistemi. Li accusano di addestrarli violando il diritto d’autore di artisti e programmatori cosicchè siano in grado di generare, copiandole, opere d’arte.
Anche Morgan Freeman parla pubblicamente dei presunti tentativi di replicare la sua voce utilizzando l’intelligenza artificiale. L’attore premio Oscar, noto per il suo lavoro di doppiatore ha espresso sui social media il suo apprezzamento per i fan che lo hanno informato delle imitazioni della sua voce generate dall’intelligenza artificiale. Hahshtag: “truffa” e “IdentityProtection”.
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