Il termine plagio deriva dal latino plagium (furto, rapimento) e trova riscontro nellâinglese plagiarism e nel francese e tedesco plagiat.
Plagio definizione
Il plagio è l’ appropriazione, tramite copia totale o parziale, della paternitĂ di unâopera dellâingegno altrui.
Plagio significato
In materia di diritto dâautore si usa correntemente il termine plagio per descrivere lâappropriazione, totale o parziale, di unâopera dellâingegno altrui nel campo della letteratura, dellâarte, della scienza, o comunque coperta dal diritto dâautore, che si voglia far passare per propria. In tema di diritto dâautore, mentre la contraffazione si caratterizza per la sostanziale riproduzione dellâopera originale, lâelaborazione creativa presenta un grado di originalitĂ e individualitĂ , seppur minimo, che consente di differenziarla dallâopera originaria. La liceitĂ dellâelaborazione è condizionata al consenso dellâautore ed alla citazione dellâopera originaria.
Copia plagio o elaborazione creativa?
Il nostro ordinamento accorda tutela in modo autonomo alle elaborazioni di opere dellâingegno preesistenti, purchĂŠ, però, rivestano carattere creativo. Lâopera di elaborazione, qualificata anche come opera derivata, deve indubbiamente essere ispirata allâopera originale. Deve trarre da questâultima spunti ed elementi riconoscibili, ma, a sua volta, deve essere caratterizzata da elementi di creativitĂ ed originalitĂ tali da renderla opera dellâintelletto autonoma.
Il carattere della creativitĂ costituisce lâelemento discriminante che la legge adotta per individuare le opere meritevoli di protezione.
Il fondamento della necessitĂ di tale requisito si ravvisa nella ratio ispiratrice della normativa sul diritto dâautore: lâesigenza di incentivare la produzione e la circolazione dei c.d. beni immateriali, delle idee. Il concetto giuridico di creativitĂ non coincide con quelli di creazione, originalitĂ e novitĂ assoluta. Si riferisce invece alla personale ed individuale espressione di unâoggettivitĂ appartenente alle categoria elencate nellâart. 1 della legge n. 633 del 1941. In questo modo lâopera dellâingegno riceverĂ protezione a norma di detta legge ogniqualvolta sussista un atto creativo, seppur minimo, suscettibile di manifestazione nel mondo esteriore.
I casi in cui non c’è plagio: lâincontro fortuito di creativitĂ Â
Cosa succede quando due autori, estranei tra di loro, creano la stessa opera? O arrivano allo stesso risultato uno allâinsaputa dellâaltro? La legge sul diritto dâautore tutela la creativitĂ , intesa come compiutezza espressiva. Il concetto di creativitĂ Â deve essere inteso come personale e individuale espressione di unâoggettivitĂ idonea a far ricevere protezione ad unâopera dellâingegno. La condizione è che sia riscontrabile nellâopera un atto creativo, seppur minimo, suscettibile di manifestazione nel mondo esteriore.
Supponiamo che due diversi autori creino unâopera con quel requisito di creativitĂ minima, suscettibile di esternalizzazione nel mondo. Supponiamo, anche, che la creativitĂ coincida nelle due opere artistiche (siano queste opere letterarie, musicali, teatrali, etc), prodotte da questi due differenti autori. Il caso sarebbe, per esempio, quello in cui coincidesse una stessa manifestazione di creativitĂ , intesa non come identitĂ dellâidea in sĂŠ e per sĂŠ considerata, ma come coincidenza della forma espressiva della creativitĂ stessa, ovvero dalla manifestazione della soggettivitĂ dellâautore.
Ogni autore può  aver creato la propria opera ignorando lâesistenza dellâaltra opera identica. In tal caso si parla di incontro fortuito di creazione. Ciò poichĂŠ entrambe le opere sarebbero frutto di autonomo e distinto istinto creativo, ed indipendenti tra di loro.
Può accadere nella musica. Nel design può accadere che vi siano opere tra loro molto simili, ma tra loro certamente originali e non realizzate con lâintento di plagiare unâopera altrui. Va riconosciuta lâesistenza dellâoriginalitĂ Â dellâopera ogni qualvolta sia riscontrabile in essa un atto creativo, seppur minimo, suscettibile di manifestazione nel mondo esteriore. Ne consegue che la creativitĂ non può essere esclusa soltanto perchĂŠ lâopera consiste in idee e nozioni semplici. Pertanto, se ognuno dei soggetti riesca a dimostrare che la propria opera è di origine creativa avrĂ diritto alla tutela prevista dalla legge sul diritto dâautore.
Plagio nei film:Â Inside Out
Inside Out è un film di animazione prodotto dalla Pixar e distribuito dalla Disney che racconta la storia di una adolescente (Riley), sradicata dalla sua vita nel Midwest per seguire il padre, trasferitosi per lavoro a San Francisco, e di Gioia, Tristezza, Paura, Rabbia e Disgusto, i piccoli personaggi che governano la sua âconsolle emotivaâ e che ne influenzano le azioni di tutti i giorni. Il film è stato premiato con un Oscar ed ha incassato, solo negli Stati Uniti, 356.5 milioni di dollari. Forse proprio per questa ragione, per gli incassi da capogiro, non sono mancate le cause di plagio.
Esplorando il web, ne ho contate 3.
Damon Pourshian v. Disney / Pixar
Il canadese Damon Pourshian ha denunciato Disney / Pixar per plagio. Nella sua denuncia si legge che Damon avrebbe scritto una sceneggiatura dal titolo âInside Outâ nel 1999. Dalla sceneggiatura Damon avrebbe realizzato un cortometraggio che avrebbe proiettato nel college che ha frequentato, lo Sheridan. Molti dipendenti Disney/Pixar attuali si sono laureati proprio lĂŹ. Disney/Pixar, quindi avrebbero rubato la sua storia e utilizzato lo stesso titolo del film dâanimazione.
Qui sotto alcuni estratti.
In effetti, ha ricevuto chiamate non richieste da vecchi compagni di scuola che erano a conoscenza del cortometraggio Inside Out di Mr. Pourshian e immediatamente hanno visto le sorprendenti somiglianze tra le due opere. Dopo aver appreso delle numerose connessioni tra il suo lavoro proiettato ai tempi del college nel 2000 e il film Disney/Pixar, il signor Pourshian è giunto alla conclusione che Disney/Pixar ha violato il copyright del suo lavoro.
Anche i titoli delle due opere sono identici, e identici sono i temi trattati â il mondo esterno del protagonista e il modo in cui quel mondo è collegato al mondo interno normalmente invisibile. Entrambe le opere descrivono i dettagli di come i mondi interiori dei loro protagonisti sperimentano il mondo esterno, ed entrambi lo fanno rappresentando le forze trainanti dei comportamenti dei loro protagonisti come personaggi interni antropomorfizzati che reagiscono e interagiscono con il mondo esterno.
Carla J. Masterson v. Disney / Pixar
Carla J. Masterson è una scrittrice del Nevada. Ha sostenuto che la Disney avesse plagiato il suo libro  e la sua sceneggiatura Whatâs On The Other Side Of The Rainbow? (The Secret Of The Golden Mirror).Â
Carla ha affermato che Pixar/ Disney le avrebbe copiato anche i personaggi riproducendoli nel film. Ha affermato che le sue opere âdescrivono le emozioni dellâinfanzia di gioia, paura, tristezza, rabbia, felicitĂ , amicizia, amore e timidezza come i personaggi che compaiono in tutto il suo libroâ. carla dice che copie del suo libro sono state inserite nelle borse delle celebritĂ distribuite in attesa degli Emmy Awards 2010, degli Academy Awards 2011 e degli Teen Choice Awards 2012. PoichĂŠ la regista di Inside Out, Pete Docter, lo sceneggiatore Michael Arndt e âmolti dirigenti della Disneyâ hanno partecipato a queste cerimonie e hanno le borse con il suo libro dentro, sostiene Carla, avrebbero copiato il suo libro. La causa è stata archiviata.
Denise Daniels, esperta di bambini.
La Daniels rivendica la sua idea originale nata nel 2005 e poi utilizzata nel film dieci anni dopo, nel 2015. Secondo la causa, lâesperta quellâanno raggruppò un team per produrre la prima puntata pilota di uno show chiamato âThe Moodstersâ. Questo doveva aiutare i bambini a comprendere i loro sentimenti. A spiegarli dei personaggi rappresentati 5 emozioni: felicitĂ , tristezza, rabbia, amore e paura. Allo stesso modo, in Inside Out sono 5 i personaggi protagonisti: gioia, tristezza, disgusto, paura e rabbia.
Denise Daniels v. Disney / Pixar
La terza causa è stata instaurata da una psicologa del Minnesota, esperta di bambini, Denise Daniels. Lâesperta stava lavorando a un progetto a un progetto creativo, The Moodsters, con un tema molto simile a Inside Out e aveva discusso delle prospettive di una produzione televisiva con dirigenti Disney e Pixar, incluso il regista del film. Il team di Disney le avrebbe, cosĂŹ, rubato lâidea. In diverse interviste, Docter ha detto di essersi ispirato allo sviluppo emozionale di sua figlia per scrivere il film. âĂ diventata sempre piĂš solitaria e silenziosaâ In quel momento, Docter ha iniziato a domandarsi âCosa succede nella sua testa?” Alla fine è arrivata lâidea di trasformare le emozioni in personaggi. La causa è stata archiviata.
Plagio tra opere teatrali e cinematografiche
Sulla famosa sentenza Cass. n. 3340/2015, con cui la Cassazione ha definitivamente escluso che Francesco De Gregori abbia plagiato la canzone âZingaraâ. Non c’è plagio per lâinnesto di un âframmentoâ altrui nel nuovo testo poetico- letterario qualora lo stesso non conservi una identitĂ di significato poetico-letterario del brano precedente. A meno di un mese da quella sentenza, la Cassazione è tornata sul concetto di plagio letterario. Questa volta in tema di opere cinematografiche e teatrali, ribadendo il medesimo sostanziale concetto.
La Cassazione afferma che:
Non sussiste il plagio allorchĂŠ gli elementi di somiglianza esistenti tra due opere abbiano un carattere secondario e non essenziale (respinta, nella specie, la domanda avanzata da un attore che aveva chiamato in giudizio in giudizio la RAI ed una societĂ cinematografica deducendo che un episodio di una serie televisiva da loro prodotto e trasmesso costituisse plagio di unâopera teatrale a lui scritta; la Corte ha rilevato che i testi delle due opere avevano come base la stessa idea ossia la storia di una coppia che non poteva avere figli, ma questa situazione non poteva considerarsi nuova e originale e, quindi, neanche suscettibile di protezione e in ogni caso, lâopera televisiva, pur riprendendo sia nella struttura narrativa e nei dettagli scenici il lavoro del ricorrente, non ne costituiva una derivazione
(Cass. Civ., Sez. VI, 2 marzo 2015, n. 4216).
Quindi, la riproduzione deve avere ad oggetto anche se parzialmente parti significative dellâopera o comunque âparti autonome e ben individuate rispetto al tuttoâ. Al di fuori di questi casi non si configura un plagio.
Plagio di un’opera d’arte: Isgrò v. Waters
Emilio Isgrò (Barcellona Pozzo di Gotto, 6 ottobre 1937) è un artista e scrittore italiano, noto per il linguaggio artistico della âcancellaturaâ.
George Roger Waters (Great Bookham, 6 settembre 1943) è un cantautore, polistrumentista e compositore britannico. Ă stato bassista e cantante (assieme a Syd Barrett, poi David Gilmour e, in misura minore, Richard Wright) dei Pink Floyd dal 1965 fino al 1985, anno in cui lasciò il gruppo e proseguĂŹ come solista. Nellâultimo decennio in cui era nella band, Waters ne era diventato il principale autore delle musiche, nonchĂŠ autore unico dei testi, come nel caso dellâalbum The Final Cut e della quasi totalitĂ dei precedenti The Wall e Animals. Entrambi gli album sono concept scritti da Waters. Waters è considerato uno dei piĂš grandi parolieri della storia della musica, assieme a Bob Dylan e Neil Young; i suoi testi sono incentrati su argomenti di critica e denuncia sociale, politica e psicologia. Come musicista, soprattutto nei Pink Floyd, rientra fra le figure di maggior rilievo prima del rock psichedelico e poi del progressive. Proprio per i suoi testi spicca allâinterno del genere trattando temi sociali e politici, non presenti invece in altre formazioni e figure di primo piano.
Stop alla vendita in Italia, sia nei negozi che online, dellâultimo disco da solista dellâex leader dei Pink Floyd, Roger Waters. La decisione è stata presa dal Tribunale di Milano che ha rilevato unâipotesi di plagio nella copertina, nel libretto interno, nelle etichette sia del cd che del vinile, ma anche nel merchandising correlato, delle celebri âcancellatureâ dellâartista concettuale siciliano Emilio Isgrò, quasi coetaneo con i suoi 79 anni, del fondatore 73enne della storica band inglese.
Lâartista concettuale Emilio Isgrò commenta la decisione del tribunale di Milano di fermare, con decreto urgente, la commercializzazione nei negozi e online dellâultimo disco dellâex Pink Floyd Roger Waters. Lâalbum, uscito lo scorso 2 giugno, Is This the Life We Really Want? sarebbe il plagio, nella copertina, nellâinvolucro, nel libretto illustrativo del vinile, nel cd e nel formato digitale dellâopera di Isgrò.
La Sezione specializzata in materia di impresa con il giudice Silvia Giani ha ordinato con un decreto urgente alla Sony, che distribuisce in Italia il disco âIs This the Life We Really Want?â, prodotto dalla Columbia Records, di bloccare da subito, almeno fino allâudienza di merito fissata per il 27 giugno, la commercializzazione dellâalbum per violazione del diritto di autore.
(Leggi l’articolo di approfondimento sul plagio artistico)
Plagio nei libri: Gomorra di Saviano
Nel 2008 usciva, nei cinema di tutta Italia, il film Gomorra di Matteo Garrone, tratto dallâomonimo libro best seller di Roberto Saviano, con quella uscita al cinema consacrato definitivamente  come intellettuale e uomo-simbolo della lotta alla camorra.
Pochi mesi piĂš tardi, la Libra Editrice, zitta zitta, citava in giudizio Saviano e la Mondadori, la casa editrice di Gomorra il libro, accusandoli di aver plagiato alcune parti del best seller da alcuni articoli del Corriere di Caserta e delle Cronache di Napoli, senza citarli e violandone cosĂŹ i diritti dâautore.
Pochi mesi dopo, il Tribunale di Napoli diede ragione a Saviano, sostenendo che Gomorra non potesse essere considerata come un saggio e che, pertanto, le vicende trattate non sarebbero potute essere trattate secondo i criteri con cui si sarebbe valutata unâopera saggistica.
Libra ricorse in appello e vinse: la Corte dâappello di Napoli riconobbe che tre articoli erano stati illecitamente riprodotti nei brani del libro di Saviano e ordinò a questâultimo e alla Mondadori dâinserire le opportune citazioni nel testo, condannandoli inoltre a un risarcimento di 60.000 Euro.
Saviano e la Mondadori fecero ricorso in Cassazione, sulla base di otto motivi. In particolare:
- Alla Libra potrebbe semmai essere riconosciuto il solo diritto sullâopera collettiva, non sui singoli articoli, in quanto i loro autori non erano dipendenti della Libra.
- La sentenza dâappello non avrebbe motivato il carattere creativo che giustificherebbe la protezione giuridica dellâopera intellettuale secondo il diritto dâautore.
- Gomorra sarebbe unâopera originale e autonoma, potendo quindi riprendere il contenuto di opere altrui senza necessitĂ di consenso.
- Lâobbligo di citare la fonte sarebbe posto a tutela dellâautore e non dellâeditore, pertanto Libra non avrebbe alcun titolo per reclamare alcunchĂŠ.
- Il giudice avrebbe disposto dâinserire solo i nomi degli autori degli articoli e non anche quello della Libra, anche perchĂŠ questa non avrebbe interesse affinchĂŠ ciò avvenisse.
- Il danno da liquidare sarebbe eccessivo.
- La condanna integrale alle spese sarebbe ingiusta.
- In generale, nella sentenza di appello sussisterebbe un vizio di motivazione.
La Cassazione ha deciso sulla vicenda, accogliendo il sesto motivo di ricorso e rigettando gli altri.
La Corte ha cassato la sentenza impugnata in relazione al motivo accolto e rinviato anche per le spese alla corte dâappello di Napoli in diversa composizione. In pratica, secondo la Suprema Corte, Gomorra non può riprendere il contenuto di opere altrui senza necessitĂ di consenso, ma il danno da liquidare (60.000 Euro) è stato determinato in base a una norma sbagliata.
Con la norma corretta, sempre secondo la Suprema Corte, il risarcimento sarebbe probabilmente piĂš contenuto (in quanto non sussisterebbe lucro cessante a causa della differenza spaziale e temporale dei canali distributivi): pertanto è necessario che la Corte dâappello riprenda in mano il caso e stabilisca un risarcimento piĂš equo.
La sentenza integrale (visibile qui) comprende entrambe le letture della notizia: per la Cassazione, infatti, âè evidenteâ che in questa causa sul diritto dâautore ânon era in discussione lâoriginalitĂ e la creativitĂ del libro Gomorra, ma solo il plagio di alcune sue parti specifiche e limitateâ â quantificate dallo stesso Saviano nello 0,6% del libro di 331 pagine â per le quali non è âintervenuta lâattivitĂ creativa dellâautore stessoâ.
PerchĂŠ, e questo la Cassazione lo scrive nero su bianco, il plagio câè stato: âRiguardo a tre dei sette brani riportati vi era stata una illecita appropriazione plagiaria degli stessi in quanto in questi casi il romanzo riportava quasi integralmente gli articoli in questione.â Ma è âevidente che nel caso di specie non era in discussione lâoriginalitĂ e la creativitĂ del libro Gomorra, ma solo il plagio in alcune sue parti specifiche e limitate del libro degli articoli pubblicati della Libra, potendo lâattivitĂ plagiaria realizzarsi non solo in relazione allâintera opera ma anche a parti di essaâ.
La Cassazione, dunque, respinge la richiesta di Saviano e della Mondadori di considerare quelle parti plagiate come una appropriazione legittima di notizie.
(Leggi l’articolo di approfondimento sul plagio letterario)
Plagio fotografico: Ari Seth Cohen v. Mina e Celentano
Si tratta della copertina del disco realizzata da Mauro Balletti. A denunciare âil fattaccioâ il fotografo Ari Seth Cohen  con un lungo post nel suo profilo Instagram.
La sua versione dei fatti:
I generally try to use this platform for sharing inspiration, but I felt it was important to share a recent event that was quite disheartening for me. A few months ago, I was approached by an Italian record company about licensing the image above (right) for an album cover for a collaboration of two of Italyâs top-selling artists, Mina and Adriano Celentano. They wanted to use the image (altered to show the artistsâ heads superimposed on the original) in wide distribution for all media and promotional purposes. I am often asked to license images for brands and advertising purposes, but am very careful to consider and protect both the integrity of Advanced Style and the individuals involved. The amount of money the record company offered would not have allowed me to fairly compensate the women in addition to giving up the rights for alteration and reproduction of the image in perpetuity. I asked an agent friend of mine to help with negotiating the request, but the company declined our offer and so we decided not to proceed with licensing the image. A few days ago, I was dismayed when I finally saw the cover of Mina and Adriano Celentanoâs new album âLe miglioriâ.
The record company had chosen to recreate my original image using their own photographer, down to the specific hats and accessories.I started this project out of my love for my grandmother and couldnât be more thrilled to see the effect that Advanced Style has had on creating a global movement that is redefining the image of aging. I often see various brands and campaigns taking inspiration from my project, but I have never before been so blatantly plagiarized. I chose to bring this issue to light because of how important I feel it is to respect the work and original ideas of freelance and independent artists, designers, and photographers. It is so frustrating when I see or hear of intellectual property being ripped off by large and powerful companies who have the resources to fight lawsuits. I hope bringing this up will contribute to a bigger conversation on artistsâ rights and bring more attention to the creative expression of the men and women I photograph.
Quattro signore dagli abiti decisamente eccentrici, firmati dallo stilista Marco De Vincenzo, alle quali Mina e Adriano Celentano âprestanoâ ironicamenteâ il volto: questo il riassunto grafico della copertina de Le migliori, il nuovo lavoro musicale della coppia.
La cover, realizzata da Mauro Balletti (storico collaboratore di Mina), a pochi giorni dalla pubblicazione, è però finita al centro delle polemiche per unâeccessiva somiglianza ad un scatto del fotografo Ari Seth Cohen.
Cohen non ha proprio potuto fare a meno di notare una certa somiglianza fra la cover e il suo scatto. Tra lâaltro, a quanto pare, qualche mese prima era stato contattato da una casa discografica per la licenza proprio di quella foto per il lavoro dei due artisti. La quantitĂ di soldi offerta dallâetichetta però non gli avrebbe permesso di ricompensare in maniera giusta le donne ritratte nellâimmagine originale e questo motivo ha rifiutato lâofferta.
(Leggi l’articolo di approfondimento sul plagio musicale)
Kat Von D contro Makeup Revolution đ
Chi produce prodotti quasi-uguali sta rubando da chi ha avuto unâidea geniale? PerchĂŠ compriamo i trucchi taroccati? Dobbiamo farci degli scrupoli quando acquistiamo un prodotto âcopiatoâ? O è solo una questione di prezzi?
Plagio di colori: la âDenunciaâ sui social Di Kat Von D
Kat Von D v. Makeup Revolution: il Post di Instagram
E la caption di Kat non era proprio âdelicataâ. Si concludeva con hashtag come: #cheapass (âstr*nzi dozzinaliâ) #comeupwithyourownshit (âfate uscire la *vostra* di m*rdaâ) #lazyfucks (âf*ttuti pigriâ) #morelikemakeupripoff (âpiĂš che altro un furto di make-upâ)
La reazione degli utenti
I commenti, al post di Kat, sono stati tantissimi (quasi 11.500), e quasi tutti infuocati nei confronti dellâartista. Il mood generale dava della âdrama queenâ a Kat Von D: âĂ come prendersela con un brand perchĂŠ il suo illuminante è brillante e rotondo, tanto quanto lâilluminante di un altro brandâ; âMakeup Revolution è famoso per produrre dupe, fattene una ragione.â Gli utenti preferiscono avere unâalternativa economica (parliamo di circa 12âŹ) ad un prodotto costoso (45âŹ).
La risposta su Youtube di KVD
Kat Von D ha risposto alla sua audience attraverso un video su YouTube. Nel video ha spiegato che la selezione colori della sua palette ha  richiesto moltissimo lavoro. Lâobiettivo era quello di creare una palette perfetta per qualsiasi tipo di pelle e sottotono. Non si tratta piĂš, allora, di un semplice dupe â come, per esempio, può essere un rossetto rosso o uno smalto color tortora, ispirato o dal colore simile a quello di un altro piĂš celebre â ma un vero e proprio furto intellettuale e artistico.
Kat spiega
Una cosa è realizzare una palette di colori opachi o di colori neutri, unâaltra è scegliere esattamente le stesse nuance e, soprattutto, disporle nella stessa identica maniera, scegliendo un nome evidentemente copiato da un altro brand â come è successo per la Shades + Lights Eye Contouring e la Ultra Eye Contour Light and Shade.
Gli strumenti per scoprire un plagio
Ecco qualche link a siti che aiutano a scoprire se e chi sta utilizzando le tue immagini o il tuo testo senza la tua autorizzazione o senza citarti quale autore dellâopera. Gli stessi link li ho riportati nellâinfografica qui sopra. Se vuoi ricevere lâinfografica sulla tua mail in formato pdf, scrivi a claudiaroggero@dandi.media.
Immagini
Per sapere se qualcuno utilizza le tue foto su internet, lo strumento piÚ semplice è la ricerca di google. Come funziona?
- Vai su Google immagini.
- Fai clic sullâicona della fotocamera.
- Cliccare su âCarica immagineâ.
- Scegli un file dal tuo computer e fai clic su âApriâ.
- Aspetta che lâimmagine si carichi.
- Guarda la pagina che Google caricherĂ con informazioni sulla tua immagine.
Altro tool gratuito è TinEye. à sufficiente caricare una copia dellâimmagine e attendere il risultato del confronto sul web. Come funziona?
Per caricare lâimmagine:
- Vai sul sito TinEye.com
- Clicca su âSfogliaâ.
- Scegli un file dal tuo computer e fai clic su âApriâ.
- Aspetta e analizza i risultati.
Documenti
PlagiarismCheck.org. Offre servizi gratuiti quali il controllo di un numero illimitato di documenti e generare rapporti di plagio.
Testo
Plagium.com. Questo servizio è a pagamento. Esamina articoli fino a 25mila parole, cerca e trova i duplicati, le copie, i plagi.
Copyscape.com. Con Copyscape puoi sapere:
- se sei vittima di plagio,
- chi è il responsabile e
- in che misura sei stato danneggiato.
- lo strumento di comparazione foto è molto utile anche per capire profili falsi sui social network;
- è utile per individuare chi sta utilizzando le tue foto personali su Facebook.
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