Disney copyright: in questo articolo voglio parlarti di varie vicende Disney legate al copyright, a partire da Topolino, passando per l’eredità di Walt Disney sino alle varie cause intentate alla società del noto fumettista per presunti plagi.
Disney Copyright Topolino
La vera news di quest’anno 2024 è che le prime versioni di Topolino e Minnie sono finalmente libere dal copyright Disney. I personaggi apparsi nel cartone del 1928 Steamboat Willie hanno perso la protezione delle leggi sul diritto d’autore. La conseguenza è che potranno essere adattati a piacimento. Le rielaborazioni successive di Topolino, tuttavia, sono ancora soggette a copyright. La versione più moderna di Topolino – quella con le orecchie nere, i guanti bianchi e i pantaloni rossi – resta di proprietà della Disney e il suo uso rimane soggetto alle regole del copyright. Disney continua a mantenere il controllo anche sul marchio di Topolino. Ma il Topolino che conosciamo noi, perchè non è in pubblico dominio?
Per Disney Mickey Mouse non è solo un grande creatore di guadagno, ma è il più ambito pezzo di proprietà intellettuale dell’azienda. Mickey Mouse è Disney e Disney è Mickey Mouse: i due sono semplicemente uno e nulla è più importante per Disney del suo benessere.
Walt Disney disse una volta:
Amo Topolino più di qualsiasi donna che abbia mai conosciuto
Per questo motivo la Disney ha fatto tutto quanto in suo potere per assicurarsi il copyright su Topolino – anche se questo ha significato cambiare gli statuti federali. Ogni volta che il copyright di Mickey Mouse stava per scadere, Disney spendeva milioni per farsi amico qualcuno e creare lobby politiche per estendere la protezione del diritto d’autore. Disney ha speso in contributi alle campagne elettorali per avere un supporto legislativo che potesse rendere silente chiunque fosse entrato in disaccordo con l’estensione della tutela concessa dalla legge.
Nell’era di Internet, dove sono liberamente disponibili vaste aree di materiale creativo, la questione centrale sollevata dal calvario del diritto d’autore di Mickey Mouse è particolare e risponde alla seguente domanda: che cos’è più importante, un dominio pubblico saldo o il benessere degli interessi privati?
Disney copyright: perché Mickey Mouse non è in pubblico dominio?
Il Copyright Act del 1790, la prima legge sul diritto d’autore, stabiliva che la durata del copyright della opere creative avesse un massimo di 28 anni di protezione (14 anni, più un periodo di rinnovo supplementare di 14 anni, supponendo che il creatore dell’opera fosse ancora in vita). A questa legge ne è seguita un’altra, nel 1831 che ha esteso il periodo di protezione ad un massimo di 42 anni e nel 1909 che ancora una volta ha allungato tale periodo a 56 anni. Mickey Mouse ha fatto il suo debutto ufficiale il 18 novembre 1928, in un corto animato chiamato “Steamboat Willie“, regolato dal Copyright Act 1909, che già estendeva il diritto a 56 anni di tutela – non di più. In conformità a detta legge, Topolino sarebbe dovuto cadere in pubblico dominio nel 1984.
Con l’avvicinarsi della fatidica data, la Disney è divenuta sempre più ansiosa. A quel punto Mickey Mouse fatturava miliardi di dollari l’anno ed era diventato il volto della società: perderlo con il pubblico dominio sarebbe stato un enorme colpo finanziario. La Disney si è cosi mossa su Washington e ha iniziato un’attività di lobbying del Congresso per una nuova legislazione sul copyright.
Nel 1976 – 8 anni prima della scadenza della protezione di Topolino – la legge statunitense sul copyright è stata completamente revisionata dal Congresso che si è conformato agli standard europei. Questa nuova legge ha ampliato i diritti di protezione da 56 anni ad un massimo di 75 anni. Tutte le opere pubblicate prima del 1922 sono entrate immediatamente nel pubblico dominio; tutte le opere pubblicate dopo il 1922 (tra cui Topolino) avevano diritto ad un pieno periodo di protezione di 75 anni. Così Mickey Mouse ha esteso la morte del suo copyright di 19 anni – 1984-2003.
Verso la metà degli anni 1990, la Disney ha cominciato di nuovo a sentire il peso di un destino imminente. Oltre alla scadenza del diritto d’autore di Mickey Mouse nel 2003, sarebbero scaduti Pluto nel 2005, Pippo nel 2007 e Paperino nel 2009. Il gruppo, che collettivamente vale miliardi, doveva essere mantenuto, così la Disney ha iniziato di nuovo la sua attività di lobbying.
Nel 1997, il Congresso ha avanzato una nuova proposta di estensione del termine di protezione del Copyright Act. La proposta era di estendere i copyright aziendali – questa volta, da 75 a 95 anni. Per garantire che la legge sarebbe stata approvata la Disney si è fatta amica i legislatori. Si dice che il Political Action Committee (PAC) della Disney abbia pagato un totale di $ 149.612 in contributi alle campagne elettorali a chi doveva votare per la proposta di legge. Infatti il disegno di legge venne approvato da 25 promotori dell’estensione (12 in Senato e 13 alla Camera), 19 dei quali avevano ricevuto i soldi per la loro campagna elettorale dal CEO della Disney, Michael Eisner. Mentre è impossibile provare con certezza se siano stati gli sforzi della Disney in politica a far passare il disegno di legge, i risultati mostrano che quest’ultimo è stato approvato con calma e unanimemente alla Camera e al Senato, senza audizioni pubbliche, nessun dibattito, nessun avviso al pubblico e nessun appello.
Disney copyright Mickey Mouse fino al 2023
Il 27 ottobre del 1998, il copyright di Mickey Mouse è stato esteso per altri 20 anni, al 2023.
Qualcuno ha cercato di ribellarsi. Nei primi anni 1970, il fumettista Dan O’Neil ha pubblicato una serie di fumetti volgari di Topolino “Mickey-taunting”, che lo raffigurano in diverse situazioni sgradevoli.
Ha poi formato un gruppo chiamato “Air Pirates” (dal nome di un gruppo di criminali in un film di Mickey Mouse del 1930). L’intento era modificare il personaggio di Topolino. Alla fine, però, Mickey Mouse ha vinto di nuovo: Disney ha citato in causa O’Neil per violazione del copyright e il Tribunale ha condannato il fumettista ad un risarcimento di quasi $ 200.000.
Walt Disney e l’eredità negata
Fermiamoci un secondo con il Disney Copyright e parliamo di eredità. Walt Disney ha lasciato centinaia di milioni di dollari in eredità ai suoi discendenti. Ma il nipote di Walt Disney non può godere della sua eredità per colpa di una clausola testamentaria.
Brad Lund ha 50 anni ed è il nipote di Walt Disney. La sua è una lunga battaglia che sta ancora combattendo per ottenere la gestione della sua enorme eredità, e ora anche per la sua libertà. Sta facendo causa a un giudice della Corte Superiore di Los Angeles che presumibilmente ha violato i suoi diritti processuali nominando un tutore ad litem.
La storia di Brand Lund è complicatissima. L’oggetto è l’eredità di Disney. Secondo i termini degli accordi testamentari e di trust, Lund avrebbe dovuto ricevere l’eredità per il suo 35 °, 40 ° e 45 ° compleanno a meno che non si fosse dimostrato che gli mancava la maturità e la capacità per gestire tali fondi in modo responsabile.
Questo avvertimento è stato al centro dei procedimenti giudiziari che per molti anni hanno visto Lund in tribunale discutendo dei suoi diritti di successione, in California e in Arizona in lotta con gli amministratori fiduciari e sua sorella gemella.
Ulteriori informazioni sulla vicenda puoi leggerli in questo articolo di Eriq Gardner Walt Disney Family Feud: Inside His Grandkids’ Weird, Sad Battle Over a $400 Million Fortune.
Ma eventi recenti hanno ulteriormente complicato la battaglia legale di Lund che ora culmina in una sfida alla costituzionalità della recente decisione del giudice di Los Angeles di nominare un tutore.
Nella sua nuova causa, Lund sostiene di aver vinto in Arizona la causa proposta da sua sorella Michelle sulla sua capacità di gestire il patrimonio. Fu anche in grado di estromettere alcuni dei fiduciari che erano contro di lui. Alla fine, dopo una mediazione, la pace è stata fatta!
Lund e la sua matrigna Sherry Lund hanno raggiunto un accordo di transazione con Michelle, First Republic Trust Company e gli ex amministratori.
Ma il giudice della corte superiore di Los Angeles, David Cowan, non è d’accordo.
Ha sollevato preoccupazioni e dubbi sul contenuto della transazione soprattutto perché, secondo lui l’accordo non dice nulla sulla
idoneità per una persona con limitate capacità intellettuali di gestire queste enormi quantità di fondi
Cowan vuole vederci chiaro sui vari conflitti di interesse proposti contro i fiduciari sostitutivi che sono poi stati sollevati dall’incarico. In più il giudice credeva che fosse garantito un incarico temporaneo di un tutore limitato ad litem per Lund fino a quando non fosse riuscito a gestire la situazione.
Lund ha proposto appello alla corte d’appello della California, ma senza successo (anche perché la decisione era inappellabile). Allora ha dato impulso a un giudizio innanzi al tribunale federale per far dichiarare che Cowan ha violato i suoi diritti costituzionali .
L’imposizione di un tutore ad litem ha imposto vincoli significativi alla libertà e agli interessi del sig. Lund in violazione del quattordicesimo emendamento e al suo diritto costituzionale al giusto processo non essendo stata fissata nessuna udienza”, afferma la denuncia, aggiungendo, “Le previsione di un tutore ad litem è incostituzionali in quanto (1) assoggetta una persona a una custodia di fatto a tempo indeterminato; (2) non garantisce a Lund un processo giusto e gli toglie libertà e proprietà; (3) non fornisce a Lund alcuna garanzia procedurale; e (4) non riesce a fornire al sig. Lund alcun diritto di appello
Lund afferma che non è stata dimostrata la sua incompetenza nella gestione del patrimonio.
Afferma la denuncia:
Il giudice Cowan ha invertito l’onere della prova e ha chiesto al sig. Lund di dimostrare di essere competente
Ecco il reclamo completo, in caso volessi leggerlo.
Disney ha violato il copyright copiando il furgone con l’unicorno di Sweet Cecily Daniher?
Sweet Cicely Daniher (la dolce Cicely Daniher) è convinta che Disney, Pixar e la produttrice Korin Rae abbiano copiato il suo “Vanicorn” senza il suo permesso per il film Onward.
Lunedì 27 Gennaio 2020, un’artista californiana, di nome Sweet Cecily Daniher, ha citato in giudizio Disney, Pixar e la produttrice Kori Rae. Ha affermato nel suo atto, che i produttori del film Onward avrebbero presumibilmente cospirato per creare, senza la sua necessaria autorizzazione, segretamente, una copia identica (un doppelgänger) del suo furgone, il “Vanicorn”, che è unico nel suo genere.
Il furgone di Sweet Cecily Daniher, il “Vanicorn”, è il risultato del suo amore per gli unicorni. Sweet Cecily Daniher ha una vera ossessione per gli unicorni che, per molto tempo, sono stati un tema centrale del suo lavoro artistico. Daniher vede unicorni ovunque e ha trascorso gli ultimi vent’anni a fotografare cose comuni che sembrano unicorni. Nel 2014, ha pubblicato un libro delle sue fotografie intitolato I See Unicorns, che è anche un blog dove raccoglie le sue fotografie.
Il suo furgone, il Vanicorn, ce l’ha da sei anni ormai. È un furgone Chevrolet G10 del 1972 straordinariamente bello, blu scuro e / o viola, con moquette in shag rosso, pareti e sedili in velluto rosso e un tetto in moquette bianca e un murale di unicorno sul lato. Secondo Daniher il suo Vanicorn e la sua ossessione per gli unicorni hanno attirato “una considerevole attenzione da parte della stampa”.
Dice che un articolo della rivista San Francisco ha suscitato l’attenzione di Pixar e la società l’ha contattata per il suo Venicorn che è stato utilizzato per un evento speciale nel settembre 2018. Dice che le è stato detto che il Vanicorn sarebbe stato utilizzato per un solo evento “un festival musicale / giornata di attività di un giorno per i dipendenti e le famiglie Pixar” e che il Vanicorn “sarebbe stato solo uno spettacolo e non utilizzato in alcun modo diverso da un oggetto visivo”. Riuscirà Sweet Cecily Daniher a provare il plagio dell’unicorno e a vincere la causa?
Disney copyright: Le GIF su Baby Yoda violano il diritto d’autore?
Dopo il successo di Star Wars: The Mandalorian e di Baby Yoda, su internet proliferano le Gif del piccolo Yoda. Disney non ha gradito la cosa e le ha fatte eliminare. Perché? Perchè anche le Gif violerebbero il diritto d’autore.
Le Gif possono essere considerate ‘trasformative’ rispetto all’opera originale. Ci sarebbe quindi una lesione della legge sulla protezione della proprietà intellettuale e d’autore. La regola è sempre la stessa: se vuoi utilizzare un’immagine o, più in generale, un’opera di qualcun altro, devi chiedergli il consenso, devi essere autorizzato dall’avente diritto. Nel caso specifico chi detiene i diritti sul Baby Yoda è la Disney, che ha prodotto il film.
Qualcuno dice che la mossa di Disney e la sua politica di rimozione delle Gif di Baby Yoda presenti sul database online Giphy, potrebbe essere dovuta non solo alla violazione del diritto d’autore ma anche alla concorrenza sleale della Gif di Baby Yoda. Infatti, confrontando la pagina ufficiale del merchandising di Disney nulla viene rivelato sulla vera identità del Baby Yoda. Ci sono ben pochi gadget con il Baby Yoda.
Dal mio punto di vista, affermare che una Gif possa violare il diritto d’autore è molto difficile da sostenere. Infatti, dal punto di vista legale, non vedo alcuna violazione di copyright nell’utilizzo di una Gif di Baby Yoda, a meno che questo utilizzo non sia a pagamento (qualcuno sta vendendo le Gif di Baby Yoda?), o leda o si ponga in qualche modo in concorrenza con i diritti di sfruttamento del film della Disney.
Forse a seguito della notizia di rimozione, che si è divulgata in fretta online, forse proprio perché non c’era alcuna violazione del diritto d’autore, le Gif di Baby Yoda sono riapparse miracolosamente sul web.
Disney Copyright: Dumbo è non solo un dolce elefante ma anche una poltrona gonfiabile
Disney è a un passo dal garantire la tutela del marchio del suo film Dumbo e nel dichiarare l’invalidità di un un segno che afferma essere davvero troppo simile al suo. Dumbo – L’elefante volante è un film del 1941 diretto da registi vari. È un film d’animazione, prodotto da Walt Disney e proiettato in anteprima a New York il 23 ottobre 1941. Anche in italiano è oggi più noto col titolo originale. È considerato il quarto Classico Disney.
Ma noi stiamo parlando del marchio Dumbo per gonfiabili. Vere e proprie poltrone trasportabili che si gonfiano in pochi secondi, almeno cosi sembrerebbe dagli spot che si trovano online.
Il marchio “Dumbo Lounge Sacks”, quindi, sta combattendo una battaglia contro il famoso elefantino della Disney.
La 12th Bean, società californiana, aveva chiesto la registrazione nella classe 20 (gonfiabili) nel dicembre dello scorso anno. Come parte della sua domanda di registrazione, la 12th Bean ha presentato un’immagine del suo marchio che comprende il volto di un elefante che sostituisce la lettera ‘M’ nella parola ‘Dumbo’. Il marchio è stato pubblicato in maggio e Disney ha depositato la sua opposizione nel mese di settembre.
Secondo la Disney:
‘Dumbo Lounge Sacks’ è “molto simile nel suono, nell’aspetto e nella connotazione” al nome e ai marchi Dumbo di Disney. Infatti, il marchio “Dumbo Lounge Sacks” della ricorrente comprende il marchio Dumbo nella sua interezza e “Dumbo” è la prima e dominante parola del marchio “Dumbo Lounge Sacks” del richiedente,
Disney ha aggiunto che i prodotti della 12th Bean sono fortemente legati ai prodotti Disney, dato che quest’ultima produce anche cuscini, lampade e cornici. Disney possiede il marchio denominativo “Dumbo” per numerose classi, tra cui la classe 20. La 12th Bean ha 30 giorni per opporsi.
Conosci Jerry Beck?
Jerry Beck è un storico del cinema, saggista e blogger statunitense, autore di oltre 15 libri sulla storia dell’animazione. È un ex dirigente della Nickelodeon Movies e Disney, e ha scritto per The Hollywood Reporter e Variety. Ha curato v DVD e Blu-ray di compilation di cartoni ed ha prestato la sua esperienza per i bonus e i commenti di dozzine di documentari. Beck lavora alla facoltà della Woodbury University di Burbank e della Cal Arts di Valencia.
È autore di più di saggi sull’animazione classica statunitense e i suoi personaggi, tra cui The 50 Greatest Cartoons (1994), che consiste in una lista dei 50 migliori cortometraggi in animazione tradizionale di tutti i tempi, redatta da un gruppo di 1000 membri del campo dell’animazione.
Diciassette dei 50 cortometraggi presenti nella lista sono stati prodotti dalla Warner Bros. per le serie Looney Tunes e Merrie Melodies, dieci di questi sono stati diretti da Chuck Jones. Ma dell’elenco fanno parte anche alcuni cartoni animati indie.
Disney Copyright: “Bambi incontra Gozilla” storia di un cartone animato indipendente
Cartoni animati come Bambi incontra Gozilla (Bambi Meets Godzilla) sono storie di autori indipendenti che vale la pena raccontare. Questa riguarda un cartone animato indie del 1969 che si intitola Bambi Meets Godzilla (Bambi incontra Godzilla). Il corto fa parte dei 50 cartoni animati più belli di tutti i tempi. Si tratta di una classifica stilata da Jerry Beck nel 1994.
Bambi Meets Godzilla (insieme a “Gertie the Dinosaur“ di Winsor Mccay) è stato creato nel 1969 e dura solo 90 secondi. Di questi, 48 secondi sono dedicati ai titoli di testa e 27 secondi ai titoli di coda, lasciando solo 12 secondi di “azione”, che è per lo più immobilità. Il tempismo è divertente. Quasi tutti i cartoni selezionati sono stati realizzati prima del 1960, ad eccezione del corto del 1985 The Big Snit (#25), del corto del 1988 The Cat Come Back (#32), del corto del 1987 L’uomo che piantava gli alberi (#44), e del corto del 1975.
Se ti interessa saperne di più su di lui questo è il suo blog; nella sezione “SITES I LIKE” c’è un elenco interessante di siti che interessano Jerry. Se vuoi saperne di più sui cartoni animati in pubblico dominio puoi leggere “Lista dei cartoni animati in pubblicato dominio” cliccando QUI
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