Contraffazione Moda: due termini che purtroppo hanno un legame indissolubile. Grandi e piccoli marchi della Moda tentano di scioglierlo da tempo con alterni risultati.
Contraffazione Moda: le vicende
Prima di analizzare gli episodi di contraffazione del marchio moda ricordiamo che si ha contraffazione quando “Chiunque, potendo conoscere dell’esistenza del titolo di proprietà industriale, contraffà o altera marchi o segni distintivi, nazionali o esteri, di prodotti industriali, ovvero chiunque, senza essere concorso nella contraffazione o alterazione, fa uso di tali marchi o segni contraffatti o alterati”.
Vuitton
Nel giugno 2014 Louis Vuitton ha citato in giudizio per contraffazione di marchio la “My Other Bag” (“MOB”), azienda californiana che produce borse di tela.
Il Giudice Jesse M. Furman del Tribunale di New York, ha dichiarato che le borse di tela di MOB, che copiano un certo numero di particolari stili di borse della Louis Vuitton (compresa la Speedy e Neverfull) e specifici suoi marchi e copyright, sono parodie del marchio della rinomata casa di moda. Per questo motivo non è ravvisabile alcuna violazione del marchio o dilution (diluizione, corrosione o offuscamento), concetto giuridico consistente nel pregiudizio arrecato al carattere distintivo del marchio. Quest’ultima si manifesta quando risulta indebolita l’idoneità di tale marchio ad identificare i prodotti o i servizi per i quali è stato registrato, per il fatto che l’uso del segno identico o simile fa disperdere l’identità del marchio e della corrispondente presa nella mente del pubblico.
La decisione appare sorprendente considerando la precedente e consolidata giurisprudenza del medesimo Tribunale.
Se la causa suona familiare è perché anche Hermès aveva presentato una denuncia nel 2011 contro “Thursday Friday” , un altro marchio di borse simile a MOB con sede in California. Il caso non è mai stato mai deciso perché le due società lo hanno risolto in anticipo con una transazione stragiudiziale e “Thursday Friday” ha smesso di stampare la Birkin sui suoi sacchetti di tela.
Secondo la decisione
“In alcuni casi, è meglio ‘accettare il complimento implicito in una parodia’ e sorridere o ridere di quel complimento invece che citare in giudizio chi l’ha prodotto – casi del genere sono Haute Diggity Dog (e, probabilmente, Hyundai).
Louis Vuitton is, by its own description, an “active and aggressive” enforcer of its trademark rights. (Louis Vuitton SOF ¶ 35). In some cases, however, it is better to “accept the implied compliment in [a] parody” and to smile or laugh than it is to sue. Tommy Hilfiger, 221 F. Supp. 2d at 412. This — like Haute Diggity Dog (and, arguably, Hyundai) — is such a case.
L’uso di MOB del marchio distintivo di Louis Vuitton è di tutta evidenza un tentativo di fare umorismo non tale da creare confusione o sfuocare il carattere distintivo dei marchi della Louis Vuitton; semmai, è probabile solo che MOB non faccia altro se non rafforzare e valorizzare il carattere distintivo e la notorietà del famoso marchio.
In risposta alla decisione, Tara Martin, il CEO e fondatore MOB, si è detta “eccitata dalla vittoria ottenuta, non solo per il marchio MOB, ma per tutti gli altri imprenditori, scrittori, artisti, registi, designer, chiunque utilizzi la sua creatività e le dia voce. La parodia è uno dei modi più antichi e amati della nostra cultura per affrontare le questioni sociali, economiche e politiche. La gente non dovrebbe avere paura di prendere in giro per il timore di una querela di un qualche famoso marchio di fabbrica.”
Speriamo che questa decisione sia presa come esempio e divulghi il messaggio parodistico facendo chiarezza sul concetto giuridico e sull’applicazione della scriminante.
Tutela del marchio moda e contraffazione: il “Tote” – design delle borse della Céline
È diventato legalmente più difficile copiare il design della Céline adesso che il marchio “Tote” è un marchio registrato. Céline è diventata titolare del marchio protetto “Tote” registrato nella classe merceologica costituita dalle borse e i tempi saranno molto più duri per i contraffattori produttori delle copie a buon mercato delle hand bags famose, oltre che per il prezzo esorbitante, anche per essere le preferite dalle celebrities.
La presentazione della domanda di registrazione del marchio era stata avanzata dalla casa di moda parigina nel mese di agosto 2013. La protezione è stata accordata per il design consistente nella:
configurazione tridimensionale di una borsa rettangolare con lati estensibili in stile fisarmonica, con disegni ad onda a forma di S paralleli sulla parte anteriore e posteriore della borsa, maniglia a forma di scudo con disegni sulla parte anteriore e posteriore della borsa […] Sul fronte della borsa, la cerniera rappresenta la bocca del disegno rappresentante un volto in cui le maniglie risultano essere gli occhi e il design delle onde S rappresentano il contorno del viso. …
a three-dimensional configuration of a rectangular bag with extendable accordion-style sides, extruding parallel S wave designs on bag front, and rear, shield-shaped handle bracers designs on front and rear of bag […] As placed on the front of the bag, the zipper represents the mouth of a face design in which the handle supports appear to be the eyes and the S wave designs represent the facial outline.
Il deposito del marchio “Tote” si unisce alle altre artistiche creazioni di Céline del calibro della borsa “Trapeze”.
Il marchio che caratterizza la borsa ha ottenuto protezione lo scorso maggio e consiste in”un marchio costituito da una configurazione tridimensionale di una borsa rettangolare con fianchi esagerati costituiti da pieghe estensibili con un solo manico laminato collegato a un lembo che copre ¾ della parte anteriore della borsa e che si attacca alla borsa con una chiusura metallica rettangolare che si trova nella parte inferiore centrale del lembo.”
“…a mark consists of a three dimensional configuration of a rectangular handbag with exaggerated, extendible pleated sides with a single rolled handle attached to a flap that covers ¾ of the front of the bag and which attaches to the bag by a rectangular metallic closure located at the bottom center of the flap. The strap, handle, and clasp appearing in dotted lines are not claimed as a feature of the mark.”
Queste registrazioni da parte della Céline non sorprendono dato il notevole investimento che il brand ha realizzato nella progettazione e promozione delle borse.
La Trapeze, che è nata nel 2011, e la Tote, che ha debuttato nel 2009, sono le borse di punta del marchio Céline divenuto noto per i suoi tessuti raffinati e i tagli impeccabili.
La protezione di questi disegni non solo funziona da deterrente contro i contraffattori, ma permetterà al marchio di archiviare e transare le cause (o, meglio ancora, neanche dare impulso alle medesime) quando tali borse saranno copiate.
Solo l’anno scorso Michael Kors, Payless, Forever 21, Zara, Nasty Gal, H & M, e ASOS, tra le altre marche, hanno commercializzato.
La contraffazione del marchio nella moda: i luxury brand che copiano
Non sono certo segrete le azioni legali che Adidas ha intrapreso negli ultimi anni contro brand competitor che copiano spudoratamente le sue tre strisce e i suoi modelli storici di scarpa e ciabatta. Ci sono, tra i copioni, anche marchi noti e di lusso come Marc Jacobs, Gucci, Isabel Marant, Saint Laurent, e Alexander McQueen. Non certo, dunque, sottomarche o brand sconosciuti si sono avventurati nel mondo delle copie Adidas.
Ma quali sono i brand che copiano Adidas e contro i quali Adidas ha deciso di instaurare le relative azioni legali? Quali sono i modelli più copiati?
Adilette: la ciabatta più amata
La ciabatta Adidas è una delle più copiate tra i modelli della famosa casa di moda.
Lanciata nel 1972, Adilette è diventata in breve tempo la ciabatta adidas più amata dal pubblico. Ideate per lo sport e il tempo libero, queste ciabatte da uomo adidas Originals Adilette sono molto leggere e presentano una fasciatura morbida e resistente con una soletta anatomica per la massima comodità. Di recente questa ciabatta è stata ripresa e trasformata dalla fashion industry e da marchi famosi quali Gucci, Givenchy, Valentino e Versace. Ma non solo. Anche Coach, Marc by Marc Jacobs e Loeffler Randall, hanno lanciato modelli di ciabatta a fascia simili a quelli Adidas. Tutte le ciabatte, ad eccezione di quelle di Gucci, non sono copie identiche perchè non hanno le tre strisce, che sono il marchio registrato di Adidas. Adidas sembra non molto spaventata dalla contraffazione delle ciabatte e punta invece sulla repressione della contraffazione del marchio “tre strisce”.
Mentre Adidas non persegue chi copia lo stile delle sue scarpe né tantomeno ha un titolo per tutelare il brevetto o il design del modello della scarpa stessa, invece protegge il proprio marchio consistente nelle tre strisce applicate sulla fascia del sandalo. Quindi è considerato contraffatto un sandalo/ciabatta che abbia nella parte superiore le tre strisce che contraddistinguono il marchio Adidas.
Questo permette alla Adidas di combattere le copie evidenti, come il simile rappresentato dalle quattro strisce che K – Mart vendeva diversi anni fa. Non si sofferma né si interessa del plagio della suola di gomma che è contraddistinta dal fatto di scendere verso la parte anteriore.
Ma la copia che sicuramente è quella più simile alle ciabatte Adidas è quella di Fausto Puglisi.
È interessante sapere che una serie di sandali di Puglisi è stato lanciato sul mercato, tranne che quelli con le tre strisce. Ciò probabilmente è dovuto al fatto che Adidas ha inviato una lettera di diffidare per fare in modo che il sandalo tre strisce di Puglisi raggiungesse i negozi.
Le Stan Smith
Secondo la sentenza che ha deciso il caso del 2008 Adidas America v. Payless Shoes, Adidas è stata la prima nel 1969 ad introdurre nel mercato le Superstar Trade Dress.
I COPIONI
Si tratta del marchio consistente in:
- tre strisce parallele, formate da piccoli buchi, equidistanti, poste sul lato della scarpa;
- una punta di gomma a forma di guscio;
- una suola piatta particolare ; e
- una porzione colorata di pelle sul tallone esterno che identifica le scarpe di marca Adidas.
Questi quattro elementi si uniscono per costituire il marchio legalmente protetto denominato “Superstar Trade Dress”.
Virgilio Abloh ha preso il modello Stan Smith (nella foto sopra) per la sua collezione. Lo stile in questione, utilizza entrambi i marchi: le strisce diagonali sul lato e una porzione esterna colorata di pelle sul tallone. Non dissimili da quelli impiegati da Adidas.
Non era di Bethany Yellow il vestito che ha sfilato alla New York Fashion Week
Esiste una certa differenza tra plagio ed ispirazione. “E’ cosa comune nel mondo della moda trovare ispirazione da altri designer”, dice Bethany Yellow, “ma questa è un’altra cosa.”
Anche nella moda il plagio fa notizia
È successo alla designer indigena Bethany Yellowtail, che riproduce sui suoi abiti disegni tradizionali della sua etnia, di rimanere basita quando ha visto sfilare, durante la New York Fashion Week del 2015, un vestito basato sui suoi disegni tradizionali. Infatti l’abito, nonostante una lampante similitudine, non era un B.Yellowtail ma era una “creazione”, non troppo originale, del marchio Kokon londinese a Zai (KTZ), il cui direttore creativo è il designer macedone Marjan Pejoski. Per Bethany Y. è stato profondamente inquietante vedere un disegno così somigliante al suo se: la fashion designer è molto legata alle sue tradizioni, che riproduce sui suoi abiti.
Contraffazione nella moda: una linea ispirata agli Indiani d’America
Richiamare alla vita una cultura ancestrale senza rinunciare alla modernità. E’ questo l’obiettivo della nuova linea di abbigliamento di Bethany Yellowtail, giovane stilista nativa americana. Con “The Mighty Few” Bethany ripercorre le sue origini indigene cercando di ricreare, attraverso lo stile e i colori, il disegno autentico degli Indiani d’America. “I denti delle alci sacre trasformati in stampe contemporanee, artigianali perline floreali risvegliate in splendidi tessuti, questa stagione onora il potere supremo del femminile”. Con queste parole Bethany Yellowtail descrive la sua nuova linea di abbigliamento e i tre pilastri della sua filosofia aziendale: omaggiare la bellezza raffinata, celebrare la cultura d’origine ed esplorare sé stessi.
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