Segway ha citato in giudizio due societĂ per contraffazione di marchio e brevetti affrontando il problema della âenorme confusioneâ che esiste nel mercato dei self-balancing scooter (âhoverboardâ). La Segway, fondata nel New Hampshire nel 2001,  è diventata famosa per il suo scooter con manubrio a due ruote che si auto-bilancia e consente alle persone pigre di non camminare sul marciapiede ma di farsi trascinare in giro con un piccolo movimento del bacino aiutandosi con un manubrio.
La società non è estranea ad azioni per violazione di brevetto, avendo già in precedenza denunciato alla US International Trade Commission un certo numero di imprese cinesi. Una di queste era la Ninebot, una società che è stata successivamente acquisita da Segway.
Azione di contraffazione del marchio: Segway v. Hovertrax
GiĂ nel mese di settembre, Segway e Ninebot, insieme ad una societĂ di ricerca denominata DEKA, titolare della tecnologia alla base del funzionamento degli scooter e che concede in licenza il proprio brevetto alle due societĂ , avevano annunciato che stavano presentando una querela contro Inventist, creatrice del trasportatore Hovertrax.
Perfetta sintesi tra il Segway e lo skateboard, lâinnovativo Hovertrax vi farĂ scivolare alla velocitĂ di 10 km/h in perfetto equilibrio su piste ciclabili, isole pedonali e marciapiedi delle cittĂ . Pesa solo 4 kg e si può infilare nello zaino o in una borsa. Hovertrax è un Segway senza manubrio, autobilanciato. Intuitivo da usare, non ha nessuna curva dâapprendimento e non richiede competenze specifiche. Premendo le dita dei piedi leggermente verso il basso lâHovertrax si sposta in avanti. Premendo i talloni indietro si sposterĂ in senso inverso. I due elementi di Hovertrax sono indipendenti lâuno dallâaltro, e possono essere inclinati separatamente. E cosĂŹ premendo con il piede sinistro o destro, si può girare in senso orario o antiorario. Ogni ruota ha il proprio motore, dotato di giroscopio e accelerometro. Il tempo di ricarica è di unâora per unâautonomia di 6,5 km.
Lâinventore? Il cinese Shane Chen, laureato in agrometeorologia allâAgricultural University di Pechino, arrivato negli Stati Uniti con 200 dollari in tasca nel 1986. Appassionato dâinvenzioni, ha fondato nel 2003 la sua societĂ Inventist, con sede nello stato di Washington. Inventist si finanzia raccogliendo i fondi per lo sviluppo di Hovertrax, sul celebre sito di crowdfunding Kickstarter. Azione di contraffazione del marchio: Segway v. Razor. Notizie emerse a novembre sono che Razor, produttrice degli scooter popolari negli anni â90 e â00, ha acquisito i diritti di brevetto per gli Hovertrax dal capo di Inventist, Shane Chen. Eâ per questo che il team legale di Segway sta cercando di acquisire anche la Razor.
Ma non è finita.
Segway ha anche depositato una denuncia per contraffazione di marchio contro il nome simile Swagway, che eâ la produttrice di un dispositivo in stile âhoverboardâ.
Il nodo della denuncia, a quanto pare, deriva dalla pubblicitaâ negativa dovuta allâaumento degli scooter che si auto-bilanciano oltre al difetto evidente nel loro nickname âhoverboardâ con il quale viene comunemente chiamata una moltitudine di dispositivi meno costosi che inondando il mercato e che hanno riportato problemi di sicurezza che coinvolgono le cadute. Dato lâinteresse di Segway a preservare il suo marchio, questâultima si sta muovendo per prendere le distanze dalla concorrenza.
âĂ continuo il nostro  impegno per proteggere con forza il marchio e i nostri prodotti prodottiâ, ha spiegato Brian Buccella, vice presidente del marketing e business development di Segway, in un comunicato stampa. âCâè una enorme quantitĂ di confusione nel mercato. I consumatori hanno lâimpressione che i prodotti che si auto-bilanciano, che hanno recentemente invaso il mercato e che hanno ricevuto critiche e pareri negativi, siano prodotti e venduti da Segway. Dobbiamo salvaguardare la reputazione del nostro marchio rinomato per la qualitĂ e la sicurezza dei nostri prodotti.â
Nel frattempo anche Razor ha intentato una causa contro Swagway per violazione di brevetto. Quindi con Segway che ha instaurato cause contro tutti la situazione si fa ancora piÚ confusa.
Contraffazione del marchio forte McDonald
Contraffazione del marchio forte: McDonaldâs è un marchio talmente noto che nessun altro fornitore di cibo o bevande, in Europa, può avere il prefisso âMcâ o âMacâ nel proprio brand. Lo ha stabilito una sentenza del Tribunale Ue che ha rigettato il ricorso della societĂ Future Enterprises di Singapore, titolare del brand dellâUnione Maccoffee.
La societĂ asiatica aveva ottenuto nel 2010 lâautorizzazione ad usare quel nome, per prodotti alimentari e bevande, dallâEuipo, lâUfficio dellâUnione Europa per la proprietĂ intellettuale. Nel 2013 McDonaldâs ha vinto un ricorso presso lo stesso ente, vantando la registrazione di dodici marchi simili (McFluryy, Chicken McFish, McChicken, etc.), come prova che il marchio âMaccoffeeâ avrebbe generato confusione tra i propri clienti e un indebito vantaggio per i suoi titolari.
La Future Enterprises si è quindi rivolta al Tribunale Ue chiedendo di annullare la decisione dellâUfficio per la proprietĂ intellettuale, ma i giudici di Lussemburgo hanno respinto il ricorso, confermando la decisione dellâEuipo secondo cui a causa âdella combinazione dellâelemento âmacâ al nome di una bevanda nel marchio Maccoffee, il pubblico di riferimento può associare questâultimo alla famiglia di marchi âMcâ di McDonaldâs e stabilire mentalmente un nesso tra i marchi in conflittoâ.
âInfatti, è molto probabile â motiva il Tribunale â che Maccoffee si inserisca nella scia di McDonaldâs per beneficiare della sua attrattivitĂ , della sua reputazione e del suo prestigio e sfrutti, senza compensazione economica, lo sforzo commerciale effettuato da McDonaldâs per creare e mantenere lâimmagine del suo marchioâ.
Il colosso mondiale del fastfood è stato fondato nel 1940 a San Bernardino, California, dai fratelli Dick e Mac McDonald, americani di origini irlandesi. Quel âmacâ, chiaro lascito della lingua gaelica, ora è anche inestricabilmente legato agli hamburger.
Come si è arrivati a quella decisione?
Secondo il Tribunale, âil marchio MACCOFFEE e i marchi protetti di McDonaldâs presentano un certo grado di somiglianza fonetica e concettuale, somiglianza derivante dalla loro parte iniziale rispettiva, ossia gli elementi âmacâ e âmc’â.
A questo punto, il Tribunale condivide anche la valutazione dellâEuipo per cui lâaccoppiata âMacâ + nome di bevanda può portare il grande pubblico ad associare il MACCOFFEE âalla famiglia di marchi âMcâ di McDonaldâs e stabilire mentalmente un nesso tra i marchi in conflittoâ.
Considerando anche che câè una somiglianza tra i prodotti denominati dai marchi in conflitto, visto che si rivolgono agli stessi consumatori, si conclude che âlâuso senza giusto motivo di MACCOFFEE trae indebito vantaggio dalla notorietĂ dei marchi di McDonaldâs. Infatti, è molto probabile che MACCOFFEE si inserisca nella scia di McDonaldâs per beneficiare della sua attrattivitĂ , della sua reputazione e del suo prestigio e sfrutti, senza compensazione economica, lo sforzo commerciale effettuato da McDonaldâs per creare e mantenere lâimmagine del suo marchio.
Pertanto, vedendo il marchio MACCOFFEE apposto su prodotti strettamente connessi a quelli di McDonaldâs, il pubblico di riferimento può stabilire mentalmente un nesso tra i marchi in conflitto e effettuare un trasferimento dellâimmagine dei marchi di McDonaldâs sui prodotti designati da MACCOFFEEâ.
Contraffazione, alterazione o uso di segni distintivi: Facebook vince in Cina contro il brand di bibite âface bookâ
Contraffazione alterazione o uso di segni distintivi. Il social network guidato da Mark Zuckerberg ha vinto una causa contro una societĂ cinese che aveva registrato il marchio âface bookâ. Vittoria per  Facebook in Cina.
Secondo il Financial Times questo è un chiaro segnale di apertura delle autorità di Pechino, che bloccano il sito in Cina, Paese che conta circa 700 milioni di utenti internet.
Il tribunale di Pechino ha stabilito che la Zhongshan Pearl River Drinks Factory, la societĂ che produce patatine e verdure in scatola con sede nella provincia di Guangdong, nel 2014 non avrebbe dovuto essere autorizzata a registrare il brand âface bookâ.
La legge cinese stabilisce che una multinazionale con un marchio riconosciuto a livello internazionale deve dimostrare che quel brand, in questo caso Facebook, è noto e conosciuto anche in Cina.
âSe non potevamo registrarlo, perchĂŠ ce lâhanno fatto fare? Se Facebook è un brand cosĂŹ influente a livello globale, perchĂŠ i cinesi non possono accedere al sito?â, ha detto Liu Hongqun, manager di Zhongshan Pearl.
Non è un mistero che da tempo Zuckerberg stia âcorteggiandoâ la Cina, nel tentativo di ottenere accesso a un mercato enorme e in rapida crescita. Va detto che la strada verso unâapertura è molto lunga e, secondo gli esperti, unâeventuale decisione di sbloccare Facebook in Cina sarebbe vincolata a condizioni molto severe.
Facebook vince, Apple perde. Stessa causa, stesso tribunale, ma verdetti opposti. Gli stessi giudici si sono pronunciati a favore della tutela del marchio del social network e contro quello di Cupertino.
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