La battaglia legale dei Faboulus Four
Apple v. Apple
Il tempo delle mele
La battaglia legale ha avuto inizio nel 1978, quando George Harrison vide una pubblicità dei produttori del Macintosh su un quotidiano e capì che c’erano gli estremi per fare causa. Il primo round si chiuse nel 1981 con un accordo tra le parti in cui Apple Computer versò 80mila dollari a Apple Corps con la reciproca promessa di non invadere i rispettivi mercati: Corps non può dedicarsi ai computer (nonostante ci fosse un ramo della società a nome Apple Electronics voluto da John Lennon, che non ebbe però mai molta fortuna), Apple Computer non può entrare nel mondo della musica. Ma non era finita. Nel 1986 Apple Computer, infatti, introdusse la possibilità di registrare musica e di eseguirla nei propri Pc (gli Apple II), contravvenendo così all’accordo di cinque anni prima. Questa volta l’azienda di Steve Jobs, che aveva appena lasciato le proprie cariche per divergenze col resto del consiglio di amministrazione, pagò agli inglesi una cifra vicina ai 30 milioni di dollari con la promessa di non dedicarsi mai alla vendita di musica, almeno per quanto riguarda quella registrata su supporto fisico. Fine del secondo round ma non dell’incontro. Nel 2002 Steve Jobs, lanciò iTunes. Apple Corps, visti i precedenti, si appellò nuovamente alla Corte, che però questa volta diede ragione agli americani. Per tutta risposta i Beatles rifiutarono di firmare contratti per la vendita del loro repertorio su iTunes, anche perché da Cupertino, prima del lancio dello store online, era arrivata un’offerta di un milione di dollari all’omonima società londinese giudicata insufficiente. La pace fu siglata solo nel 2007, quando l’azienda californiana acquisì i diritti sul trademark Apple dalla società londinese per una cifra mai rivelata ma che gli addetti ai lavori hanno stimato intorno ai 500milioni di dollari.
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