La Normativa Copyright rappresenta davvero un’opportunità di ampliare il mercato per l’industria cinematografica?
Oppure, invece, è una minaccia alla diversità culturale e alla sosteniblità dei modelli di finanziamento e distribuzione del settore?
La Normativa Copyright è un’evoluzione delle precedenti normative.
La modernizzazione della legislazione Ue in materia di diritto d’autore è una delle priorità della Commissione europea.
Digital Single Market e industria dei contenuti audiovisivi.(di Bruno Zambardino)
La Normativa Copyright cerca di garantire un più ampio accesso a beni e servizi da parte dei consumatori. Per questo la Commissione europea si è impegnata nella realizzazione di un Mercato Unico Digitale.
Le novità normative che interessano il mercato audiovisivo.
Riguardano la portabilità cross border dei contenuti online e la revisione della direttiva Audiovisual Media Services Directive (AVMSD). La Direttiva, in particolare, rafforza le norme a tutela della produzione cinematografica europea e riconosce il ruolo delle piattaforme online, oltre a revisionare la normativa sul copyright.
Normativa Copyright e Pacchetto Copyright.
Il cosiddetto pacchetto Copyright si compone:
- di una Direttiva sul Copyright,
- di alcune misure per implementare il Trattato di Marrakech e infine
- di un regolamento, che fa direttamente riferimento alla Direttiva SatCab.
La Direttiva SatCab 93/83/EEC facilita la ritrasmissione via satellite e via cavo di programmi radiotelevisivi da altri Paesi Membri.
Grazie alla Direttiva, oggi un gran numero di canali Tv sono disponibili in Paesi diversi da quello di origine. Tra le iniziative del Mercato Unico Digitale, la revisione della Direttiva SatCab si pone l’obiettivo di verificare la necessità di ampliarne il campo di applicazione, estendendolo alle trasmissioni online dei broadcaster (simulcast, catch up tv e altro materiale es. the making of, considerati come servizi ancillari rispetto al broadcast), e di adottare ulteriori misure per migliorare l’accesso transfrontaliero ai servizi delle emittenti radiotelevisive in Europa.
I servizi VoD.
Sono esclusi dal campo di applicazione della Direttiva, essendo oggetto di un altro dispositivo. In seguito a consultazione pubblica, la Commissione ha proposto un Regolamento all’interno del pacchetto Copyright che ha lo scopo di facilitare l’accesso a un numero maggiore di programmi radiofonici e televisivi online da altri paesi UE.
Il principio.
In particolare introduce l’applicazione del principio del Paese d’origine ad alcune trasmissioni online dei broadcaster e la gestione collettiva dei diritti alla ritrasmissione sulle reti equivalenti al cavo (IPTV). Le nuove norme dovrebbero rendere più facile per gli operatori che offrono pacchetti di canali televisivi (come Proximus TV in Belgio, Movistar + in Spagna, Deutsche Telekom’s IPTV Entertain in Germania) ottenere le autorizzazioni di cui hanno bisogno.
Le licenze.
Invece di dover negoziare individualmente con ciascun titolare di diritti al fine di poter offrire tali pacchetti di canali provenienti da altri Stati membri dell’Ue saranno in grado di ottenere le licenze tramite organismi di gestione collettiva che rappresentano i titolari dei diritti.
Le posizioni nei confronti della proposta non sono concordi.
Se infatti le emittenti di servizio pubblico, raccolte nella European Broadcasting Union, si sono dimostrate favorevoli all’iniziativa, altri stakeholders si oppongono decisamente alla proposta della Commissione. Le emittenti di servizio pubblico si dicono convinte che le nuove disposizioni permetterano ai broadcaster di espandere i propri servizi ad altri Stati Membri e ridurranno in misura significativa gli oneri amministrativi e i costi associati all’acquisizione dei diritti. Inoltre garantirebbero una ulteriore fonte di ricavi per i titolari dei diritti stessi, in virtù della più ampia circolazione dei programmi radiotelevisivi, e dunque delle loro opere. Infine ritengono che il regolamento proposto conservi un importante margine di libertà contrattuale, che protegge il principio di territorialità per i contenuti di terzi.
Le emittenti commerciali e i produttori di contenuti hanno manifestato una reazione fortemente negativa.
Essi sostengono che le misure della normativa copyright limiteranno le vendite produttore/broadcaster paese per paese a favore di accordi per licenze pan-europee che renderebbero svantaggiose le negoziazioni per i produttori, con conseguenze negative per tutta la value chain, in particolare minori finanziamenti alla produzione e minori entrate da pre-vendite a causa della perdita di esclusività territoriale. Inoltre l’introduzione di un diritto pan europeo incentiverebbe pratiche di forum shopping da parte dei service providers, rendendo al contempo più onerosa l’enforcement da parte dei titolari dei diritti. Il tutto a danno della diversità culturale.
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