Tutela del marchio Zero e Light per prodotti dietetici.
È valida e sensata la tutela del marchio Zero e Light per prodotti dietetici?
La Coca-Cola Zero ha dato alla Coca-Cola un nuovo motivo per vendere prodotti dietetici proprio quando la versione light della bibita stava per precipitare. I consumatori cercano, infatti, di evitare i dolcificanti artificiali dopo che alcuni studi li hanno collegati al cancro. Altri, invece, come la Food and Drug Administration, sostengono che siano sicuri. Cosi, nell’incertezza, tra un Light e uno Zero meglio scegliere lo zero.
Tutela del marchio Zero e Light per prodotti dietetici
Bere Diet.
Dunque, mentre la maggior parte dei bevitori evita di bere “diet“, non prova repulsione per lo “zero” che continua a mantenere forti le vendite, anche se le bevande cosi descritte sono spesso dolcificate artificialmente.
Vince lo Zero.
Sulla scia della vittoria dello “zero” la Coca-Cola cerca, ormai da anni, di registrare e proteggere i suoi vari marchi a base ZERO. Di recente l’Ufficio dei marchi e brevetti americano ha statuito, nella decisone relativa all’opposizione di marchio instaurata dalla Royal Crown Company e dalla Dr Pepper/Seven Up Inc, che il marchio ZERO non può essere registrato.
Dr. Pepper.
Dr Pepper, alla base dell’opposizione, ha elencato 32 altri marchi di bevande che utilizzano la denominazione zero tra cui Monster Energy Zero Ultra, Virgil’s Zero and Arnold Palmer Zero.
Royal Crown Company (RCC).
Ha fatto opposizione alla Coca-Cola Company (TCCC) per la registrazione di 17 marchi tutti contenenti la denominazione ‘ZERO’, per beni rientranti nella classe 32, soft drinks, sports drinks e energy drinks.
L’opposizione.
La prima contestazione sollevata dalle opponenti è che il termine ZERO è un termine generico per descrivere le calorie di alcune bevande. Le parti, nell’opposizione si sono dette in disaccordo circa il genere dei prodotti contestati. TCCC ha sostenuto che il genere zero viene utilizzato per bibite gassate bibite, bevande energetiche e bevande sportive, mentre RCC ha sostenuto che lo zero è utilizzato per le bevande analcoliche. La classificazione di TCCC è stata preferita; [Pg 13] “beni che rientrano nella categoria sono le bevande analcoliche (per lo sport e le bevande energetiche), che comprendono la categoria più ristretta delle bevande analcoliche, per lo sport e delle bevande energetiche) contenente un minimo di calorie o nessuna caloria.”
Il marchio generico.
Un marchio è generico se “il nome descrive comunemente una classe di beni o servizi” ((H. Marvin Ginn Corp. v Int’l Association of Fire Chiefs Inc., 782 F.2d 987 (Fed. Cir. 1986) ). Nel tentativo di dimostrare che zero è un marchio generico per bevande analcoliche con zero (o quasi) calorie, RCC ha prodotto prove dell’uso del termine nei marchi usati dalla concorrenza, nelle registrazioni di terze parti, nell’uso del termine nei social media, blog e articoli, e l’uso di TCCC del termine “zero ‘per riferirsi alla natura piuttosto che all’origine del prodotto.
Il marchio descrittivo.
La seconda opposizione sollevata, secondo la s.2(e) del Lanham Act, era che anche se ZERO non fosse un termine generico, ma semplicemente descrittivo dei prodotti in questione, non poteva essere registrato, perché la parola non aveva acquisito un carattere distintivo. A sua volta, TCCC ha opposto due delle registrazioni di marchio della RCC, che includevano il termine ‘ZERO’, per il motivo che i marchi RCC causerebbe confusione con la ‘famiglia di marchi’ ZERO della TCCC secondo l’articolo s.2(d) del Lanham Act.
Se Coca-Cola vincesse.
Potrebbe più facilmente fare causa agli imitatori.
Se Coca-Cola perdesse.
Dovrebbe affrontare un attacco dalle concorrenti bevande come Diet Rite Pure Zero di Dr Pepper, che utilizzano il nome.
Il marchio.
Perderebbe di valore. Proprio lo zero è la nuova star della Coca-Cola.
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