Blockchain come funziona? Nel contesto IP, la blockchain offre ovvie possibilità di protezione e registrazione sia come prova della data certa di creazione, sia in fase di registrazione che in un possibile giudizio in tribunale. La Blockchain è anche un modo economico per accelerare tali processi.
Come funziona la Blockchain e come può essere usata
I possibili casi d’uso includono:
- la prova della creazione e l’autenticazione di provenienza. La tecnologia blockchain può anche svolgere un ruolo importante nel contesto di diritti IP non registrati, come il diritto d’autore. Potrebbe infatti fornire prova della creazione e dell’uso di opere dell’ingegno (come l’originalità e il paese in cui si è realizzato il design ed è stato commercializzato per la prima volta).
- la registrazione e cancellazione dei diritti di proprietà intellettuale;
- il controllo e la tracciabilità della distribuzione di IP (non) registrati;
- la prova di originalità e di primo utilizzo e la messa in commercio. Si potrebbero registrare i diritti IP creando “registri IP intelligenti” con una soluzione centralizzata gestita dall’ufficio IP come autorità responsabile che creerebbe una registrazione immutabile di eventi nella vita di un diritto IP registrato. Un registro che mostra chi possiede un marchio, offre ai proprietari di marchi un potenziale punto di riferimento per i loro diritti e la misura in cui tali diritti vengono utilizzati all’interno del mercato. Ciò potrebbe essere particolarmente utile in quelle giurisdizioni in cui è richiesta la prova di un uso primo o effettivo o in cui l’estensione dell’uso è cruciale, come nelle controversie o altri procedimenti che comportano il riconoscimento di marchi ben noti o nella difesa di un’azione di revoca di non utilizzo.
- la gestione dei diritti digitali (ad es. siti di musica online). Contratti intelligenti potrebbero essere utilizzati per stabilire e far rispettare accordi IP come come licenze e consentire la trasmissione di pagamenti in tempo reale ai proprietari di IP. Un registro che mostra chi possiede cosa, chi è un licenziatario autorizzato e così via consentirebbe a tutti, compresi i consumatori e le autorità doganali, di distinguere un prodotto originale da uno contraffatto.
- il far rispettare gli accordi IP, le licenze o le reti di distribuzione esclusiva attraverso contratti intelligenti; e
- la trasmissione di pagamenti in tempo reale ai proprietari IP.
La blockchain può anche essere utilizzata per scopi di autenticazione e di provenienza nel rilevamento e/o nel recupero di merci contraffatte, rubate e importate in parallelo.
Piattaforme di distribuzione musicale e Blockchain
Come funzionano le piattaforme di distribuzione musicale Blockchain? L’artista carica i brani, gli ascoltatori possono ascoltarli o comprarli e i cosiddetti contratti intelligenti (linee di codice che applicano in automatico le clausole dello stesso) fanno in modo che il musicista venga pagato ad ogni ascolto o acquisto della propria opera. Passaggi che avvengono sotto gli occhi di tutti e senza la presenza di terze parti come etichette discografiche, piattaforme distributive e sistemi di pagamento online. In questo modo «gli artisti possono ottenere almeno il 90% dei ricavi totali».
Può essere separata dal bitcoin?
La blockchain é il registro distribuito di transazioni che fa funzionare il sistema bitcoin, ma per estensione il termine viene usato per indicare la tecnologia sottostante in generale. Molti stanno cercando di distinguere le due cose, ma non è cosi semplice.
Una blockchain può esistere solo se esiste un “oro digitale”, con le stesse caratteristiche del bitcoin, a garantirne la sicurezza ed è estremamente improbabile che nuove blockchain – diverse da quella di Bitcoin che oggi rappresenta, di fatto, lo standard – prendano il sopravvento in futuro.
Ma la blockchain potrà essere usata anche per veicolare altro che non sia il bitcoin stesso.
Facciamo l’esempio di una ferrovia a vapore: sul binario di Internet viaggia un treno che si chiama blockchain, che nei vagoni può contenere qualsiasi tipo di carico, ma per viaggiare ha sempre e comunque bisogno del carbone, che è il bitcoin. Il mondo può essere interessato al treno per quello che trasporta nei vagoni, ma il carbone è importante per fare funzionare il tutto.
Fino ad oggi Internet era usato solo per trasmettere informazione, non valore. Con la blockchain, oggi, si può trasmettere valore sulla rete. Senza intermediazione, per quanto riguarda la finanza, di stati o banche centrali; per quanto riguarda il copyright, senza necessità di società di intermediazione.
Ecco come funziona.
La prova della titolarità di qualsiasi fatto o diritto, come ad es. la titolarità di un bitcoin, non è salvata in un documento da qualche parte, bensì è rappresentata dalle transazioni registrate in una blockchain, una sorta di foglio elettronico globale o registro diffuso (ledger), che sfrutta le risorse di un grande network peer-to-peer per verificare ed approvare ogni transazione.
Ogni blockchain, come quella che usa i bitcoin, è distribuita: viene eseguita su computer forniti da volontari in tutto il mondo; non c’è un database centrale da hackerare e se la dimensione del network peer-to-peer è sufficientemente grande diventa di fatto impossibile falsificare le registrazioni.
La blockchain è pubblica, chiunque può vederla in qualsiasi momento perché risiede nella rete, non all’interno di una singola istituzione responsabile di verificare le transazioni e conservare le registrazioni.
Inoltre la blockchain è criptata, usa pesanti algoritmi di cifratura che utilizzano chiavi pubbliche e private per mantenere la massima sicurezza in quanto nessuno, tranne noi stessi in quanto titolari dei diritti registrati nella blockchain, possiede la chiave per modificare i record relativi alle transazioni che ci riguardano. Non dovremmo insomma preoccuparci della fedeltà dei dipendenti della nostra banca, del ristorante cui diamo la carta, o dello stesso Stato.
Arte digitale e tecnologie nella autenticazione artistica. Blockchain e QR-code
Il nostro ordinamento, almeno nelle intenzioni, ha da sempre riconosciuto meritevole di tutela qualsiasi forma espressiva caratterizzata da creatività e unicità.
Tale dichiarata e indistinta tutela si scontrava, tuttavia, con la realtà normativa che, in ambito operativo-applicativo, tutelava sì ogni forma espressiva, ma che fosse caratterizzata da un corpo materiale come nel caso della pittura e della scultura. L’avvento del web e delle nuove tecnologie ha favorito la creazione di altre e più complesse forme espressive quali fotografie, video, audio musicali, semplici sequenze di algoritmi, nonché correnti artistiche – una tra tutte la Net Art – che hanno evidenziato tutte le lacune di un diritto d’autore alquanto fallibile perché non in grado di fornire quella tutela di cui si è sempre fatto portatore.
Il riferimento va alla difficoltà, per quanto riguarda in particolare le opere cc.dd. digitali, di tutelare non soltanto l’autore, ma anche lo stesso mercato contro indebite appropriazioni di paternità, contraffazione, alterazione o, ancora, riproduzione non autorizzate e ciò, ovviamente, in tutti i casi in cui la stessa violazione dei diritti d’autore non sia considerata essa stessa forma d’arte.
Arte digitale e tecnologie nella autenticazione artistica. Lo strumento per tutelare la paternità dell’opera d’arte.
Ad oggi, lo strumento tradizionalmente adottato per tutelare la paternità dell’opera d’arte contro potenziali abusi è il certificato di autenticità, rilasciato dall’artista, se ancora in vita, ovvero da esperti, case d’asta, gallerie oppure archivi, contente tutte le informazioni identificative e descrittive dell’opera e attestante provenienza e/o attribuzione.
Se questo è stato il metodo generalmente operante per l’autenticazione delle opere realizzate con media tradizionali, ci si è chiesto come poter conferire una tutela alle opere digitali, ossia a tutte quelle opere create grazie all’utilizzo di hardware e software delle quali si usufruisce in rete e, generalmente in questa le si consuma.
Arte digitale e tecnologie nella autenticazione artistica. Le opere digitali.
Le opere digitali infatti, potrebbero viaggiare in rete un numero illimitato di volte attraverso una semplice condivisione tale da pregiudicare il loro autore quando non ne venga, per esempio, riportata la titolarità, ovvero quando, a sua insaputa, le stesse, vengano modificate, contraffatte o utilizzate senza alcuna autorizzazione.
Difficilmente un certificato di autenticità cartaceo potrebbe accompagnare e seguire efficacemente un’opera digitale, in quanto non adeguato alla rapidità e immediatezza dei trasferimento dei files contenenti l’opera e alla contestuale esigenza di tutela del suo autore.
Al fine di superare tali limiti e offrire una tutela immediata e incorporata nell’opera digitale, ultimamente sempre maggiori sono le tecnologie fondate sulla marcatura temporale, in grado di assicurare, attraverso l’utilizzo del medesimo linguaggio informatico, una tutela peraltro maggiore rispetto a quella concessa in passato alle opere materiali dal certificato di autenticità.
Diverse sono le metodologie applicate, la maggior parte delle quali operano attraverso piattaforme internet che rilasciano certificati di autenticità grazie all’attribuzione di una marcatura temporale.
Tra le più innovative si menzionano le piattaforme che attraverso il database blockchain, che utilizza la tecnologia peer-to- peer, sono in grado di certificare la provenienza e l’autenticità delle opere d’arte digitale.
In altri termini, il blockchain, registro pubblico e incorruttibile, genera una certificazione di autenticità a sua volta incorruttibile, trasparente e perpetua, che conterrà, perché da quest’ultimo generate e custodite attraverso la combinazione di firma digitale e marcatura temporale, tutte le informazioni riferite a una determinata opera d’arte – anche questa in formato digitale – e al suo titolare, non falsificabili, né suscettibili di contraffazione.
In questo modo l’artista, il collezionista o la stessa galleria potranno rivendicare in qualunque momento e contro chiunque la paternità della predetta opera, in quanto solo quest’ultima, munita di certificazione con data certa, potrà essere considerata l’originale.
Ai sistemi che generano la certificazione di autenticità con tecnologia blockchain e che operano su opere create digitalmente, si affiancano le piattaforme che certificano l’autenticità delle opere d’arte realizzate con media tradizionali attribuendo al certificato apposto sulle stesse un QR-Code.
In questo caso l’utente della piattaforma (artista, gallerista, collezionista) regolarmente autenticato, potrà richiedere l’attribuzione e apposizione sull’opera del suddetto codice che l’accompagnerà in tutti i successivi trasferimenti.
È evidente, pertanto, come tali nuovi sistemi consentano di superare anche le annose problematiche inerenti all’autenticità dello stesso certificato, essendo loro stessi certificati, incorruttibili, non falsificabili e temporalmente illimitati.
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