Questa canzone non è al momento disponibile. Meta vs. SIAE

I nostri reel Instagram continuano a celebrare il cinema muto. La colpa è del mancato accordo per il rinnovo di licenza tra Meta (impresa americana a controllo dei più importanti social e applicazioni di messaggistica instantanea) e la Società Italiana Autori ed Editori (SIAE) che impedisce di inserire le canzoni preferite ai vari post. Da ultimo, l’Antitrust ha avviato anche un’istruttoria nei confronti di Meta per abuso di dipendenza economica ex art. 9 L. 192/1998. In sostanza, secondo l’Autorità, Meta si sarebbe fatta forte della propria posizione dominante su scala mondiale, generando uno squilibrio negoziale nella trattativa con SIAE. Ma in che modo SIAE gestisce i diritti sui brani musicali e quali sono le sue funzioni?

LE SOCIETÁ DEGLI AUTORI. In passato, alcuni artisti diedero vita a delle associazioni private a tutela dei diritti morali e patrimoniali degli autori, come la Sociètè des Gens de Lettres, fondata nel 1837 da Honorè de Balzac, Alexandre Dumas e Victor Hugo. In Italia, nel 1882 veniva fondata a Milano la Società Italiana degli Autori che, nel 1921, lo Stato Italiano incaricò di riscuotere le imposte sugli spettacoli teatrali e musicali. Con il Regio Decreto 3 Novembre 1927 n. 2138, tale ente, che aveva trasferito la propria sede a Roma, veniva denominato SIAE, disciplinato da un apposito regolamento, da leggersi in combinato disposto con la Legge sul Diritto d’Autore che ne individua le funzioni.

LA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE. L’art. 180 LdA dispone che “L’attività di intermediario, comunque attuata, sotto ogni forma diretta o indiretta di intervento, mediazione, mandato, rappresentanza ed anche di cessione per l’esercizio dei diritti di rappresentazione, di esecuzione, di recitazione, di radiodiffusione ivi compresa la comunicazione al pubblico via satellite e di riproduzione meccanica e cinematografica di opere tutelate, è riservata in via esclusiva alla Società italiana degli autori ed editori (SIAE) ed agli altri organismi di gestione collettiva di cui al decreto legislativo 15 marzo 2017, n. 35.” Le attività, continua lo stesso articolo, sono nello specifico: 1) la concessione, per conto e nell’interesse degli aventi diritto, di licenze e autorizzazioni per l’utilizzazione economica di opere tutelate; 2) la percezione dei proventi derivanti da dette licenze ed autorizzazioni; 3) la ripartizione dei proventi medesimi tra gli aventi diritto.

DEM E DRM. In pratica, quando un artista compone un brano musicale, in qualità di compositore o autore del testo, questi, nel caso insieme all’editore (con il quale ha sottoscritto un contratto di edizione musicale), deposita il brano in SIAE, la quale provvederà a distribuire a entrambi tutti i proventi derivanti dalla diffusione del brano. Si parla, quindi, di Diritti di riproduzione meccanica (DRM) e Diritti di pubblica esecuzione (DEM). Mentre i DRM derivano dalla diffusione della musica attraverso apparecchi di riproduzione (ad es. in esercizi commerciali, feste etc.) i DEM riguardano le eventualità in cui il brano venga suonato dal vivo in varie manifestazioni pubbliche (ad es. una cover band che si esibisce in un locale). I soggetti che diffondono i brani musicali corrispondono a SIAE un compenso (attraverso i celebri borderò) che la Società poi devolve ad artisti ed editori. Dove sta quindi il problema con i reel Instagram?

LA SINCRONIZZAZIONE. L’associazione di un brano ad un video è detta sincronizzazione e corrisponde al relativo diritto di sfruttamento economico che di solito è riservato agli editori musicali, poiché gli è stato ceduto dagli artisti. Ogni volta in cui, ad esempio, si vuole prendere un brano per inserirlo come colonna sonora di un film o di uno spot pubblicitario, o comunque associarlo ad immagini in movimento, occorre richiedere agli editori (alle etichette discografiche) una apposita licenza. Dal momento che SIAE rappresenta gli editori (anche stranieri, per via di un gemellaggio con altre società di collecting) nei confronti delle piattaforme web su cui gli utenti caricano musica, è proprio quest’ultima a formalizzare con tali piattaforme delle licenze di sincronizzazione che permettono al grande pubblico di “musicare” i propri contenuti.

Meta aveva stipulato con SIAE, come con altre collecting in Europa, una licenza scaduta a Dicembre scorso e, per il rinnovo, l’azienda di Mark Zuckerberg ha lamentato una richiesta da parte di SIAE del + 310% rispetto agli accordi precedenti. Dal canto suo, SIAE riscontra un certo “bullismo” dell’impresa americana che avrebbe adottato il sistema del “prendere o lasciare”. Salvatore Nastasi, in qualità di presidente, ha evidenziato come l’interesse di SIAE sia tutelare al meglio gli artisti e gli editori rappresentati senza scendere a compromessi, qualificando la condotta di Meta lesiva del diritto d’autore. La consorella Soundreef sembra aver trovato l’incontro con gli americani per quanto riguarda i brani del proprio catalogo, pur rimanendo il dilemma delle canzoni con co-autori e quindi soggetti misti divisi tra Soundreef e SIAE. Si è reso necessario l’intervento del Governo italiano che ha predisposto un tavolo per riaprire le trattative previsto il 6 Aprile.

É vero che, laddove Meta rappresenta a pieno lo sconfinamento di esperienze del nostro tempo, la pubblicazione indifferenziata delle nostre vite e dei prodotti creativi, SIAE fa meglio fede allo spirito di sacralità che ha pervaso il rapporto autore-opera-società. Definirlo ottocentesco o obsoleto tout court forse non sarebbe corretto, al netto degli errori e dei vizi di entrambe le parti in campo. Anche perchè, alla fluidità delle espressioni contemporanee spesso segue una fluidità di oneri o di doveri, rimpiccioliti dal grande potere della telematica che dematerializza ogni cosa, responsabilità comprese.

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