Proprietà intellettuale: DANDI, partecipa al seminario “More Than Just a Game: Interactive Entertainment”.
Venerdi 8 Aprile 2016, al Lecture Theatre, Centre for Commercial Law Studies, 67-69 Lincoln’s Inn Fields, Londra, DANDI (professionisti del copyright per autori, artisti e produzioni audiovisive), prenderà parte al seminario “More than Just a Game: Interactive Entertainment”.
Il mondo dell’Interactive Entertainment si scontra inevitabilmente con quello della Proprietà Intellettuale. La creatività incontra le nuove tecnologie in questo territorio nel quale si originano nuove domande e questioni circa l’autorialità e la relazione con l’interattività, la creatività, la protezione dell’IP, le violazioni, le limitazioni e le eccezioni.
Il seminario fornirà uno spunto per favorire un dialogo tra accademici, professionisti, sviluppatori ed editori.
Sarà un modo per condividere opinioni, scambiare idee, discutere sulle nuove sfide dell’IP ed esplorare soluzioni. Il fine sarà offrire un quadro della situazione e rilevare le questioni di proprietà intellettuale che devono essere affrontate per una promozione più adeguata e una protezione delle opere di Interactive Entertainment.
Il programma prevede interventi relativi, per esempio, alle questioni di: Game Cloning, ovvero dei giochi ispirati a famosi videogames; alla copia non autorizzata dei giochi online (Fighting Bots, Pirate Servers).
Si parlerà di eSports (fenomeno meglio conosciuto come electronic sports, esports, e-sports, competitive (video) gaming, professional (video) gaming, or pro-gaming); dei contratti di licenza utilizzati da chi intende sfruttare i videogames; delle contraddizioni manifeste nel mondo dei videogiochi.
Alla tavola rotonda, parteciperanno anche il rappresentante della Sony Computer Entertainment Europe, nella persona di Alessandro Cimaschi e della BBC World Service Group, nella persona di Joan Purvis.
In Italia, rispetto ai videogames e ai problemi legati all’IP, rimane la mancanza di norme che regolamentano il diritto d’autore sui videogiochi.
La legge sul diritto d’autore (legge del 22 aprile 1941 n. 633 e successive modifiche, di seguito l.d.a.) non definisce come protetta la categoria dei videogiochi, stabilendo solo alcune specifiche categorie. I videogiochi non sono citati ma potrebbero rientrare nella tutela accordata ai software.
Del novembre 2015 invece è una sentenza del Tribunale di Milano (n. 12508/2015) che ha concluso che i chip che modificano le consolle e i game copier applicabili sui dispositivi portatili violano «le misure tecnologiche di protezione lecitamente apposte».
In sostanza, i giudici hanno stabilito che i sistemi di “modifica” che permettono di utilizzare giochi non originali sulle consolle violano il diritto d’autore.
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